Aiuto finanziario alle famiglie!
Il bonus bebè spetterà anche alle famiglie immigrate visitate dalla cicogna, ma a patto che mamma o papà abbiano in tasca un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno.
Il bonus bebè spetterà anche alle famiglie immigrate visitate dalla cicogna, ma a patto che mamma o papà abbiano in tasca un permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno. È l’ultima versione del contributo previsto dalla nuova legge di stabilità. Quella con ogni probabilità definitiva, se si considera che il testo uscito con la fiducia dal Senato e ora all’esame della Camera è “blindato” e dovrebbe essere approvato entro domani. Il bonus consisterà in un assegno da 80 euro al mese per tre anni dopo la nascita o l’adozione di un figlio. Riguarderà i figli di cittadini italiani, comunitari o extracomunitari titolari di un permesso “di cui all’articolo 9” del Testo Unico sull’immigrazione (d lgs 286/1998), cioè, appunto, il “Permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo”.
C’è anche un limite di reddito: potranno avere il bonus solo le famiglie con un ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) “non superiore a 25.000 euro annui”. Quando però l’Isee non supererà i 7.000 euro annui, l’importo dell’assegno raddoppierà a 160 euro al mese.
L’ultima versione del bonus bebè non piace certo alla Lega Nord, che ha tentato a più riprese di riservarlo agli italiani. Ma fa cadere nel vuoto anche gli appelli di associazioni e studenti di diritto che, alla luce della normativa europea, chiedevano di estendere il contributo a tutti gli immigrati titolari di un permesso di soggiorno valido per lavorare.
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