Le riprese televisive non contano. Daniele De Rossi non sarà punito per aver detto a Mario Mandzukic: « Stai muto, zingaro di m… » Quell’insulto razzista, pronunciato domenica sera dal centrocampista romanista durante la partita contro la Juventus, ha fatto il giro dei media. La procura federale della Figc non ha però segnalato al giudice sportivo le immagini che incastrano il giocatore.
A salvare De Rossi è il fatto che la procura ha competenza solo su “atti violenti che contribuiscano a modificare risultato campo o bestemmie”, mentre l’insulto era di competenza dell’arbitro, che non lo ha rilevato. E così, senza la prova televisiva, oggi il giudice Giampaolo Tosel non se n’è occupato.
Ieri anche Zbigniew Boniek, vecchia gloria di Juventus e Roma, aveva minimizzato. « Non c’e’ razzismo. Sono cose che sono successe e succedono sempre. Durante le partite qualche volta ‘lavavetri’ qualcuno me l’ha detto ma andare ora a sindacare una frase eventule di De Rossi, considerando che Mandzukic e’ un bel rompiscatole… Quando sei arrabbiatissimo una frase ti puo’ scappare…”
Cade così nel vuoto anche l’appello dell’associazione 21 luglio, che i batte per i diritti di rom e sinti e aveva subito chiesto l’intervento della giustizia sportiva contro De Rossi. Un modo per “scoraggiare, in futuro, comportamenti simili da parte dei protagonisti del mondo del calcio e porre un deciso argine alla diffusione di sentimenti ostili e incitanti all’odio”.
Oggi sul caso si fa sentire anche Francesco Spano, neo direttore dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali). “Condanno l’ episodio di domenica scorsa, che mina la straordinaria capacità dello sport di essere strumento e fattore di integrazione. E’ avvilente – sottolinea il numero 1 dell’Unar dover assistere all’ennesimo episodio di razzismo che mina la straordinaria capacità dello sport di essere strumento e fattore di integrazione”.