Stop al flop!
La macchina dei flussi per lavoro stagionale è ingolfata. Magrini (Coldiretti): « Il decreto esca molto prima e le associazioni filtrino le domande »
Entrare in Italia per lavoro? O, se si vuole cambiare prospettiva, assumere un lavoratore dall’estero? È una missione impossibile. Anche quando il governo si decide ad aprire le frontiere, è la burocrazia dell’immigrazione a impedire l’incontro tra domanda e offerta.
La conferma arriva dall’andamento dell’ultimo decreto flussi per lavoratori stagionali, che lo scorso maggio ha autorizzato 13 mila ingressi in Italia. Servivano a far arrivare manodopera indispensabile da impiegare in agricoltura o nel settore turistico alberghiero per pochi mesi, quando ce n’era più bisogno.
Il tempismo era fondamentale, eppure quel decreto è uscito in estremo ritardo, quando ad esempio i primi raccolti nei campi erano già partiti. E gli uffici impiegati nell’esame delle domande (probabilmente oberati e sottodimensionati) sono riusciti a perderne altro.
A metà settembre, dicono i dati del ministero del Lavoro, a fronte di 13 mila ingressi stagionali autorizzati, risultavano presentate 29 mila domande. Direzioni territoriali del lavoro e Questure avevano però espresso solo 5 mila pareri, a seguito dei quali gli Sportello Unici per l’Immigrazione avevano rilasciato solo 4mila 200 nulla osta all’assunzione.
Non finisce qui, perché quei nulla osta rappresentano solo l’inizio del percorso che porta effettivamente i lavoratori in Italia. E infatti i contratti di soggiorno firmati (ai quali seguono i permessi di soggiorno) risultavano essere appena 2 mila. Insomma, un imbuto: meno di un sesto dei lavoratori autorizzati a entrare sono riusciti effettivamente a lavorare in Italia, nonostante ci fossero imprese che li volevano assumere.
“Sono dati preoccupanti, confermano una volta di più che così non si può continuare” dice a Stranieriinitalia.it Romano Magrini, responsabile politiche del lavoro di Coldiretti, che torna a chiedere di intervenire su due fronti.
“Innanzitutto, il decreto flussi per gli stagionali deve uscire molto prima, in modo che i lavoratori arrivino per tempo. Siamo a novembre, è il momento di decidere quanti stagionai potranno entrare nel 2016. Tredicimila come quest’anno? A noi va bene, ma le domande d’assunzione devono partire subito, non a primavera. A Verona, a marzo, già si raccolgono le fragole…”
Poi, per evitare che gli uffici perdano tempo prezioso nell’esaminare domande palesemente prive di requisiti, serve una scrematura.
“Non è possibile – ribadisce Magrini – far presentare direttamente le domande a chiunque abbia un pc e internet. È chiaro che così si lascia spazio a strumentalizzazioni e ignoranza. Le associazioni di categoria devono fare da filtro: i datori si rivolgano a noi e invieremo solo domande formalmente ‘corrette’. Così il sistema non si ingolferà e i lavoratori arriveranno appena c’è bisogno di loro”.
Elvio Pasca