« Hope for a new life », speranza in una nuova vita. Come quella di un bambino che passa tra le braccia del padre e quelle di un altro uomo sotto una barriera di filo spinato, per continuare il viaggio verso un Paese dove potrà crescere al sicuro.
Il World Press Photo 2016 è stato vinto dall’immagine scattata la notte del 28 agosto 2015 dal fotografo freelance australiano Warren Richardson tra Horgoš e Röszke, alla frontiera tra Serbia e Ungheria. Uno dei confini blindati per fermare il cammino dei profughi lungo la rotta balcanica.
“Mi sono accampato con i rifugiati per cinque giorni sul confine. É arrivato un gruppo di circa 200 persone e si sono spostati sotto gli alberi lungo la linea del confine. Hanno mandato avanti prima le donne e i bambini, quindi i padri e gli uomini più anziani” ha raccontato Richardson.
“Sono dovuto restare con questo gruppo per circa cinque ore e abbiamo giocato al gatto e al topo con la polizia per tutta la notte. Ero esausto nel momento in cui ho scattato la foto. Erano circa le tre di mattina e non potevo usare il flash perché la polizia stava cercando di trovare queste persone, e li avrei fatti scoprire. Perciò ho usato solo la luce della luna”.
“Abbiamo pensato che dentro questa foto c’era quasi tutto ciò che serve per dare una visuale forte su cosa sta accadendo con i rifugiati” ha detto Francis Kohn, presidente della giuria del World Press Photo 2016. “Penso che sia una foto molto classica e nello stesso tempo una foto senza tempo. Ritrae una situazione, ma il modo in cui è fatta è classico nel più grande senso della parola”.
Secondo un altro membro della giuria, Vaughn Wallace, “questa è un’immagine incredibile della crisi dei rifugiati. Ti obbliga a fermarti,, a considerare la faccia dell’uomo, a considerare il bambino. Vedi quanto è affilato il filo spinato e le mani che si sporgono dal buio. Non è la fine di un viaggio, ma il compimento del passaggio di un futuro molto lungo. E per questo, per me, questa doveva essere la foto dell’anno”.
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