Zitti e… moschea?
Il Consiglio dei Ministri ha impugnato le nuove regole varate in Lombardia. “Violano la libertà di culto e invadono competenze statali ». La parola alla Consulta.
L’hanno già gridato le comunità religiose, le associazioni e tutti i gruppi d’opposizione che siedono nel consiglio regionale lombardo. Ora anche il governo è convinto che la legge antimoschee approvata al Pirellone è incostituzionale. Il Consiglio del Ministri ha deciso di impugnare la legge regionale 3/2015, chiedendo l’intervento della Consulta. Una decisione che era nell’aria, ma che ha anche una cifra politica importante, visto che il ministro dell’Interno Angelino Alfano è segretario di un partito, Ncd, che a Milano ha votato a favore di quelle nuove regole.
Quella legge pone una serie di vincoli alla costruzione di luoghi di culto, come referendum tra i residenti, pareri preventivi, distanze minime e “congruità” col paesaggio. Il governo ha deciso di impugnarla perché violerebbe la libertà di culto e si arrogherebbe competenze e poteri che la Costituzione riconosce esclusivamente allo Stato e sulle quali non possono mettere bocca le Regioni.
Palazzo Chigi ha spiegato nel dettaglio le sue ragioni. Innanzitutto alcune disposizioni della legge antimoschee, “al fine di regolamentare la realizzazione di luoghi di culto e di attrezzature religiose nel territorio regionale, impongono agli enti rappresentanti di organizzazioni religiose una serie di stringenti obblighi e requisiti che incidono sull’esercizio in concreto del diritto fondamentale e inviolabile della libertà religiosa” garantito dagli articoli 3, 8 e 19 della Costituzione. Ci sarebbe inoltre un’”invasione nella competenza esclusiva dello Stato in materia di rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose” e quindi una violazione dell’articolo 117 lettera c. »
Non finisce qui. Secondo il governo la legge antimoschee “viola inoltre l’art. 117, primo e secondo comma, lett. a), Cost., per contrasto con i principi contenuti in trattati europei ed internazionali in materia di libertà di religione e di culto, nonché, prevedendo il coinvolgimento di organi statali preposti alla sicurezza pubblica, l’art. 117, comma 2, lett. h) Cost., che riserva alla competenza esclusiva dello Stato la materia dell’ordine pubblico e della sicurezza e l’art. 118, comma 3, Cost., che affida alla sola legge statale il potere di disciplinare forme di coordinamento fra Stato e Regioni nella materia della sicurezza pubblica”.
Ora la parola passa alla Corte Costituzionale. Se i giudici condivideranno la posizione del governo, la legge antimoschee verrà cancellata e a pochi converrà seguire il cattivo esempio dato dalla Regione Lombardia.
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