La legge sui luoghi culto della Regione Lombardia, voluta dalla Lega Nord per ostacolare la costruzione di nuove moschee, è incostituzionale. Quindi va cancellata.
Lo hanno stabilito in camera di consiglio i giudici della Corte Costituzionale (o Consulta) accogliendo il ricorso presentato dal governo, convinto che quella legge violava la libertà di culto e invadeva competenze riconosciute solo allo Stato nei rapporti con le confessioni religiose. Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà però attendere un paio di settimane.
La legge della Lombardia appena bocciata prevede per i luoghi di culto islamici un “parere preventivo e obbligatorio” da parte di una consulta regionale nominata dalla giunta e anche la possibilità di un referendum tra i residenti. Tutto è poi subordinato all’approvazione da parte dei Comuni di un “piano delle attrezzature religiose”.
Tra i tanti paletti fissati dalla legge ci sono distanze minime rispetto ad altri edifici di culto (che in città piene di chiese cattoliche relegherebbero probabilmente le moschee in periferia), opere di urbanizzazione, parcheggi ampi almeno il doppio rispetto all’area di preghiera, sistemi di videosorveglianza. È prevista anche la “congruità architettonica e dimensionale degli edifici di culto previsti con le caratteristiche generali e peculiari del paesaggio lombardo”.
“Quella legge oltre ad essere un obbrobrio giuridico rappresentava anche un caso di inciviltà e intolleranza inammissibile” ,dice David Piccardo, del Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano, Monza e Brianza (Caim). “Abbiamo denunciato più volte l’atteggiamento di chi ha voluto utilizzare le istituzioni pubbliche con fini persecutori nei confronti dei cittadini musulmani della Lombardia impiegando risorse pubbliche per negare i diritti e per alimentare la paura e il pregiudizio nei confronti di più di 400.000 persone a cui ancora oggi non è garantito il diritto di culto”.
Il Caim chiede ora al Parlamento una legge sul diritto di culto che possa “sanare un vulnus che riguarda quasi due milioni di cittadini” e al sindaco di Milano Giuliano Pisapia “l’assegnazione definitiva delle aree così come previsto dal bando pubblico in modo da procedere con la costruzione della moschea di Milano”. La legge regionale dichiarata incostituzionale era nata infatti proprio per contrastare quel progetto.
“Vogliamo ostacolare la costruzione di moschee? La risposta è sì. È una legittima difesa e precauzione contro chi vuole introdurre qui la sharia” affermò in aula al Pirellone Fabio Rolfi, consigliere regionale della Lega Nord, quando fu approvata la nuova legge. Ora la decisione della consulta è un boccone molto amaro per il Carroccio.
« La Consulta ha bocciato la nostra legge che regolamentava la costruzione di nuove moschee. La sinistra esulta: Allah Akbar » ha scritto stamattina sul suo profilo twitter il presidente della Lombardia Roberto Maroni. Il segretario del Carroccio Matteo Salvini contrattacca insultando direttamente i giudici della Corte Costituzionale: « E’ una Consulta islamica, non italiana, complice dell’immigrazione clandestina. E’ vergognoso »
EP