Somari amari?
In un istituto tecnico di Pisa, insulti anonimi a una studentessa modello senegalese. « Mi hanno scritto anche che una negra non può diventare avvocato », ha raccontato.
Libri e quaderni strappati durante la ricreazione, lettere piene di ragionamenti e insulti razzisti. Vittima: una brava studentessa figlia di immigrati, Carnefici: uno o più oscuri giovani razzisti che l’hanno presa di mira. Succede a Pisa, in un istituto tecnico. La ragazza ha 14 anni è di origini senegalesi. Dopo una sfilza di bei voti negli ultimi scrutini, è però iniziata una persecuzione condita di insulti, con 6 lettere anonime infilate di nascosto nel suo diario. Uno per tutti: “Non si è mai vista una negra che prende 10 a Diritto”.
Il padre della studentessa, un operaio 56enne che vive da 15 anni in Italia, ha deciso di intervenire, rivolgendosi ai suoi compagni e alla scuola, che ne ha discusso in un consiglio d’istituto, ma anche ai carabinieri. “Sono andato in classe a parlare con i ragazzi. Nel mio discorso ho cercato di essere conciliante. ‘Per me siete tutti miei figli’ ho detto. Nessuno si è scomposto. Era come se la storia riguardasse qualcun altro”, ha raccontato l’uomo a il Tirreno.
“È una situazione che mi fa stare male » – si sfoga la ragazza – « perché sapere che in classe c’è gente che pensa queste cose di me è davvero doloroso. Hanno anche scritto che non esiste che una negra possa diventare avvocato”.
“Diciamo che al 50% è invidia e l’altro 50 razzismo, ma ora la devono smettere” dice il padre.
I carabinieri indagano e, considerando che due delle lettere sono state scritte a mano, non dovrebbe essere difficile risalire agli autori. Meglio se uscissero fuori da soli, chiedendo scusa.