Il discorso sullo Stato dell’Unione: « Siamo una nazione di immigrati. Vediamo le differenze come un grande dono« .
La politica “non deve mettersi di traverso”. L’America non può permettersi di “combattere di nuovo vecchie battaglie sull’immigrazione, quando abbiamo un intero sistema da aggiustare”.
Davanti al Congresso, durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione, Barack Obama ha ammonito i repubblicani, che vorrebbero bloccare i suoi decreti sull’immigrazione. “Se sulla mia scrivania arriverà un progetto di legge che va in questa direzione, si guadagnerà il mio veto”, ha detto il presidente Usa .
Sul palco c’era anche la « dreamer » Ana Zamora, studentessa texana figlia degli immigrati illegali che, proprio grazie a un programma del governo, può continuare a vivere negli Usa senza rischiare l’espulsione. Obama è tornato a chiedere di accantonare, su certi temi, le divisioni politiche, e di lavorare insieme per l’interesse comune.
“Sull’immigrazione le passioni possono volare, ma certo noi tutti possiamo rispecchiarci in un giovane studente che si sforza, ed essere d’accordo che non fa bene a nessuno che una donna che lavora duro sia separata da suo figlio, e che è possibile modellare una legge che conferma la nostra tradizione di nazione di diritto e nazione di immigrati”.
Il presidente americano è quindi tornato a sottolineare la forza della diversità. “Voglio che le generazioni future sappiano che siamo un popolo che vede le nostre differenze come un grande dono, che noi siamo un popolo che dà valore alla dignità e al merito di ogni cittadino, uomo e donna, giovane e vecchio, nero e bianco, latino asiatico, immigrato e nativo americano, gay e etero, americani con malattie mentali e disabilità fisiche”.