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CARTA BLU UE: Più semplice entrare in Italia per i lavoratori stranieri qualificati

E si fuga ogni dubbio sull’incentivo alla… fuga dei cervelli del Terzo Mondo! 

Basterà una comunicazione dei datori di lavoro allo Sportello Unico per l’Immigrazione. Ma prima devono siglare un’intesa con i ministeri dell’Interno e del Lavoro. Ecco come. 

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Porte aperte ai lavoratori stranieri altamente qualificati. Quelli che possono mettersi in tasca la carta blu potranno arrivare in Italia molto più velocemente, grazie a una semplice comunicazione dei datori di lavoro.

La carta blu Ue è un particolare permesso di soggiorno riservato ai lavoratori stranieri che hanno completato in patria un percorso almeno triennale di istruzione superiore e avere una delle qualifiche professionali comprese  nei livelli 1, 2 e 3 della classificazione Istat delle professioni (qui trovate un prospetto completo). In caso di professioni regolamentate (come quelle in cui ci si iscrive a un albo) devono inoltre avere i  requisiti previsti dalla legge italiana.

È una platea molto ampia e molto varia di lavoratori, nella quale rientrano,  per esempio, alti dirigenti, informatici, professori, ingegneri, agronomi, programmatori, assistenti sociali, agenti di viaggio o analisti di laboratorio.  Già oggi questi lavoratori possono essere chiamati in Italia senza limiti numerici e senza dover aspettare il decreto flussi emanato dal governo.

D’ora in poi, come dicevamo, la procedura diventa ancora più semplice. Le aziende che sottoscriveranno un protocollo d’intesa con i ministeri dell’Interno e del Lavoro potranno infatti far arrivare questi lavoratori inviando una semplice comunicazione via internet allo Sportello Unico per l’Immigrazione, senza dover attendere poi un’autorizzazione.

Dopo l’invio della comunicazione, il lavoratore potrà andare al consolato italiano nel suo Paese e ottenere il visto d’ingresso. Una volta qui, potrà sottoscrivere il contratto di soggiorno e richiedere la carta blu Ue, “super permesso di soggiorno” che gli permetterà di beneficiare di un trattamento “pari a quello dei cittadini”.

La novità, con tutti i dettagli della procedura, è illustrata in una circolare congiunta diffusa qualche giorno fa dai ministeri dell’Interno e del Lavoro.

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